| Fondata nel 1964 da Bruce McLaren (1937 - 1970), pilota neozelandese di Formula 1, la McLaren Racing che esordì in Formula 1 nel 1966 è, insieme alla Williams una delle più prestigiose scuderie britanniche della massima serie, con sede a Woking, in Inghilterra. Il team è parte del McLaren Group, holding che comprende anche le società McLaren Automotive, McLaren Electronics, McLaren Marketing, McLaren Applied Technologies, Absolute Taste, e la cui proprietà è così divisa: al 40% Daimler AG, 30% Bahrain Mumtalakat Holding, 15% Ron Dennis e 15% TAG di Mansour Ojjeh.
La McLaren Racing è una delle più titolate scuderie della storia del campionato di Formula 1, con 12 titoli piloti e 8 titoli costruttori. Le sue vetture dominarono completamente il campionato CanAm, tra il 1967 e il 1972, vincendo cinque campionati costruttori consecutivi, hanno ottenuto tre vittorie alla 500 Miglia di Indianapolis negli anni '70 e nel 1995 hanno vinto la 24 ore di Le Mans. La McLaren è pertanto ad oggi l'unico costruttore al mondo ad aver ottenuto almeno una vittoria in ciascuna delle tre più prestigiose competizioni automobilistiche (campionato di Formula 1, 500 Miglia di Indianapolis e 24 ore di Le Mans). Nel 1964 il pilota neozelandese Bruce McLaren decise di iniziare l'attività di costruttore di vetture Sport e fondò la Bruce McLaren Motor Racing Ltd con sede a Slough nei pressi di Londra, in seguito la sede fu spostata a Colnbrook sempre nelle vicinanze della capitale inglese.
Il primo prototipo, che non venne mai portato in gara, fu la M1A, che servì come base per i primi collaudi, da cui si sviluppò la M1B, questa era una Sport con telaio a traliccio tubolare rinforzato da pannelli in lega, il motore era un Oldsmobile F85 da 4500 cc, elaborato dalla Traco, il motore fu scelto per la sua leggerezza, infatti era costituito principalmente d'alluminio e la macchina arrivò a pesare complessivamente 567 Kg con un vantaggio di 90 Kg sulle altre vetture della stessa categoria. McLaren M1A (versione Nassau), a Silverstone nel 2007McLaren portò in gara la M1B nel dicembre del 1964 a Nassau per la settimana di gare delle Bahamas giungendo secondo, poi la vettura fu presentata al Salone delle auto sportive di Londra nel gennaio seguente, puntando alla sua commercializzazione, le richeste spinsero McLaren a produrne una piccola serie appoggiandosi alla fabbrica Elva Cars del gruppo Trojan, concessionario inglese della Lambretta. Considerati i buoni risultati, nel 1966 le Sport vennero modificate in vetture biposto del Gruppo 7 per poter partecipare, in forma ufficiale, al Campionato CanAm, mentre nel 1967 fu approntata una vettura specifica, la M6A; la M6A era un progetto di Robin Herd, in cui si era molto ricercata la leggerezza, infatti il telaio era una monoscocca in pannelli di honeycomb e la carrozzeria era in fibra di vetro e poliestere, il motore era un Chevrolet a 8 cilindri a V di 5900 cc, che sviluppava una potenza massima di 500 CV a 7000 giri/min. Con la M6 e la sua evoluzione M8, nelle varie versioni A, B, C, D, E, F, Bruce McLaren, Peter Revson e Denny Hulme dominarono la serie Can-Am dal 1967 al 1971 vincendo ininterrottamente il campionato, alle vittorie sportive si accompagnò il successo commerciale, già nel 1968 si arrivò a produrre 31 esemplari della M6, ai clienti veniva offerta anche la possibilità di scegliere il motore, il Chevrolet come le vetture ufficiali, oppure il Ford V8. Non avendo, il regolamento del Gruppo 7, limiti di cilindrata, negli anni la si aumentò fino a raggiungere nel 1972, con il nuovo modello M20, gli 8300 cc per una potenza di 740 CV, ma proprio quell'anno le McLaren dovettero cedere alla maggior potenza delle Porsche 917/10 sovralimentate, gestite dal team Penske. Complessivamente tra il 1967 e il 1972 le McLaren hanno vinto 56 gare nel campionato CanAm. In Formula 1, Bruce McLaren partecipò con la sua prima monoposto, la M2B, nel 1966, anche in questo caso si fece uso di materiali innovativi, il telaio era una monoscocca di Mallite, materiale prodotto dalla William Mallinson & Sons e composto da due lastre d'alluminio incollate su un pannello di balsa, ma i risultati non furono soddisfacenti, anche sul versante motori non si riuscirono a ottenere buone prestazioni. Proprio quell'anno il nuovo regolamento della Formula 1, portava da 1500 cc a 3000 cc la cilindrata massima e curiosamente la Brabham, che vinse il campionato, aveva un motore con monoblocco in alluminio di derivazione Oldsmobile, mentre la McLaren che usava un motore proveniente dalla stessa casa nelle Sport, in Formula 1 puntò erroneamente, prima su un Ford V8 da 4200 cc ridotto a 3000, poi sul Serenissima un motore realizzato dall'omonima scuderia italiana partendo da materiale del costruttore ATS e infine, nel 1967, su un BRM. Dopo due anni di apprendistato, in cui la partecipazione al massimo campionato non fu costante e durante i quali vennero prodotte anche 25 monoposto, M4A e M4B, destinate alla commercializzazione in Formula 2, il team cominciò a conquistare i primi risultati, infatti nel 1968, con il nuovo motore Ford Cosworth DFV impiegato da quasi tutte le squadre con base in Inghilterra, la nuova M7A permise di conquistare il secondo posto nel campionato costruttori con tre vittorie: una di Bruce McLaren e due di Denny Hulme; Hulme vinse anche il Gran Premio del Messico l'anno seguente, dopo che al Gran Premio di Gran Bretagna fu sperimentato, senza successo, l'esordio della M9A a quattro ruote motrici. Dopo la morte di Bruce McLaren nel 1970, mentre stava provando la M8D sul Circuito di Goodwood, la società fu gestita da Teddy Mayer, che fino ad allora aveva seguito la parte commerciale, che poi delegò a Phil Kerr a cui si devono gli importanti accordi con l'industria di profumi Yardley, e con il produttore di tabacchi Marlboro.
Anche se partecipava in forma ufficiale alla Formula 1, per la McLaren il vero businness era la vendita di vetture da competizione che si era allargata a varie categorie oltre alla Can-Am: nel 1970 fu realizzata la M10A per la Formula 5000, a cui seguì la versione B l'anno seguente, in totale furono commercializzate 38 di queste monoposto e si ottennero vari successi sportivi nei campionati britannici Guards e nei corrispondenti campionati oceanico di Tasman series e statunitense di Formula A. Sempre nel 1970 Gordon Coppuck progettò la M15A per la Formula Indy, poi nel 1971 fu realizzata la M16 che arrivò seconda alla 500 miglia di Indianapolis e l'anno seguente, gestita dal team Penske, la vinse con Mark Donohue. Ritenendo di non aver ricevuto i giusti riconoscimenti, la Mclaren decise in seguito di partecipare in forma diretta vincendo ancora la 500 miglia con Johnny Rutherford nel 1974 e 1976. In Formula 1, dopo alcuni anni trascorsi nell'anonimato, nel 1971 debutta la M19 progettata da Ralph Bellamy, che l'anno seguente permette alla McLaren di tornare alla ribalta ottenendo una vittoria con Hulme e il terzo posto nella classifica costruttori. Nel 1972, Mayer e Kerr siglano l'accordo con la Yardley e ciò comporta l'abbandono della tradizionale livrea arancione delle vetture, nel 1973, dopo il passaggio di Bellamy alla Brabham, Coppuck si occupa di Formula 1 e sfruttando le esperienze nelle gare americane realizza la sua migliore macchina, la M23, che ottiene 3 vittorie con Denny Hulme e Peter Revson. La M23, che raggiungerà il miglior sviluppo l'anno dopo, era una vettura con il telaio fatto da pannelli costituiti da lastre di alluminio incollate su uno strato di poliestere, la forma era a cuneo con le pance, contenenti i radiatori, corte, questo permetteva di centrare i pesi; le sospensioni, derivate dal modello precedente, avevano una geometria a carico progressivo: la rigidità aumentava al salire della compressione, impedendo agli ammortizzatori di andare a tampone. Queste sospensioni permettevano un comportamento in frenata e in inserimento di curva che il nuovo pilota Emerson Fittipaldi giudicò eccellenti e superiori alla Lotus 72 con cui aveva vinto il titolo mondiale. Nel 1974 la McLaren strappa alla BRM il più munifico degli sponsor, la Marlboro, che resterà legato al team fino al 1997 e ne segnerà la storia. Dovendo accontentare due sponsor importanti verranno schierate 3 vetture con colorazioni diverse (due con colori Texaco-Malboro e una Yardley), la presenza degli sponsor rifocalizzerà il businness della McLaren sulla Formula 1, anche se durante la gestione di Mayer non verrà mai abbandonato l'uso di commercializzare vetture, fossero pure le vecchie Formula 1, cosa inammissibile per la successiva gestione di Ron Dennis che teneva le vetture all'interno della sede del team come fonte di motivazione per la squadra. Con queste premesse il 1974 non tradisce le attese e nonostante il ritorno alla competitività della Ferrari, dopo molti anni, la Mclaren vince per la prima volta il mondiale costruttori e il mondiale piloti con Fittipaldi. In seguito arrivò il mondiale piloti 1976 con James Hunt anche se il pilota inglese fu favorito dall'incidente occorso a Niki Lauda che tenne l'austriaco lontano dalle corse per alcuni Gran Premi. Sul finire degli anni '70 però la scuderia fu relegata in secondo piano, la stessa longevità del modello M23 che fu utilizzato, anche da team clienti, fino alla fine del decennio mostra una evoluzione tecnica limitata, la M26 che sostituì la M23 ebbe diversi problemi e solo dopo un lungo lavoro di sviluppo si dimostrò superiore al modello precedente, poi con l'avvento delle wing-car Coppuck non riuscì più a realizzare vetture competitive. All'inizio degli anni '80 la Marlboro intervenne sulla squadra portando Ron Dennis, team-manager nelle formule minori, al vertice; dal nome del team di Dennis, Projec 4, è stato tratto il nuovo modo di siglare le McLaren (Mp4). La prima monoposto della gestione Dennis, la MP4/1 progettata da John Barnard, è la prima Formula 1 con il telaio in fibra di carbonio, il motore è ancora il Cosworth DFV ma permette alla McLaren di tornare alla vittoria al Gran Premio di Gran Bretagna 1981 con John Watson. Nel 1982 la gestione di Dennis si dimostra subito efficiente con il "colpo" d'immagine dell'ingaggio di Niki Lauda, che si era ritirato dall'attività nel 1979 e in seguito realizzando l'accordo con la TAG di Mansour Ojjeh, che poi diverrà suo socio, e la Porsche per la realizzazione di un motore sovralimentato. A livello sportivo la stagione si chiuse con quattro vittorie, due di Lauda e due di Watson, l'anno seguente fu un anno di transizione in attesa dell'approntamento del motore turbo, che debuttò a fine stagione. Dal 1984 alla fine degli anni '80 arrivarono le soddisfazioni maggiori per il team inglese grazie a monoposto potenti e affidabili, progettate da John Barnard ed equipaggiate con i migliori motori, prima il TAG Porsche e poi Honda, inoltre Dennis puntò ad avere sempre i migliori piloti formando coppie formidabili (Lauda-Prost e Prost-Senna).
In generale la gestione di Dennis rompe con il passato in cui i team inglesi erano più versati nella telaistica e nell'aerodinamica, mentre gli italiani nella meccanica dei motori, Dennis vuole l'eccellenza in tutto, in tutte le parti dell'auto ma anche i migliori piloti e perfino il miglior motor-home nel paddock, per mostrare sempre un'immagine vincente. In alcuni casi eccederà, ad esempio chiedendo che lo spazio riservato nel paddock ai team minori non sia posto vicino al suo, questi atteggiamenti gli daranno fama di antipatico, ma i risultati gli daranno ragione e costringeranno anche gli altri team a seguire la sua strada: dal 1984 al 1991 la McLaren vince ben 7 Mondiali Piloti e 6 Mondiali Costruttori. Storica l'annata 1988, quando le monoposto di Woking vinsero 15 dei 16 Gran Premi disputati. Il 16 gennaio 2009 Ron Dennis annuncia la sua intenzione di lasciare il team a partire dal successivo 1º marzo, lasciando il suo posto a Martin Whitmarsh. Dalla stagione 1988 le vetture di Woking sono equipaggiate con propulsori Honda con i quali la scuderia di Ron Dennis ha dominato la stagione con un'annata incredibile grazie non solo alla competitività della vettura, ma anche grazie al talento di Alain Prost e di Ayrton Senna che insieme vincono 15 Gran Premi su 16. Il mondiale piloti è vinto da Senna con 90 punti mentre quello costruttori naturalmente dalla McLaren con ben 177 punti. Teniamo però conto che all'epoca valevano solo i migliori 11 risultati per ogni pilota, di conseguenza i punti sarebbero stati molti di più se si fossero usati i criteri di oggi per l'assegnazione dei titoli.
Nel 1993 la Honda abbandona la McLaren e così la scuderia di Ron Dennis deve arrangiarsi con i poco competitivi Ford-Cosworth. In quest' anno la scuderia corre con il nome di Marlboro-McLaren e dispone dei pneumatici Goodyear. Senna è comunque uno dei pretendenti al titolo e spinge la sua McLaren fino al limite, ma non riesce a vincere l'alloro mondiale e chiude al 2° posto nella classifica piloti con 73 punti. Nel mondiale costruttori la McLaren chiude al 2° posto con 84 punti. Il passaggio di Ayrton Senna alla Williams nel 1994 può considerarsi come la chiusura di un ciclo d'oro per le monoposto inglesi. Per la stagione 1994 la McLaren è equipaggiata con i motori Peugeot. Corre con il nome di Marlboro McLaren-Peugeot e schiera come prima guida Mika Hakkinen, come seconda guida Martin Brundle e come collaudatore Philippe Alliot. Conclude nel mondiale costruttori al 4° posto con 42 punti mentre Mika Hakkinen conclude al 4° posto nel mondiale piloti con 26 punti. Nel 1995 la McLaren cambia nome in Marlboro McLaren-Mercedes ed è spinta dai motori Mercedes-Benz. Schiera come piloti Mika Hakkinen e Mark Blundell, ma nonostante tutto riesce a stento ad ottenere 30 punti chiudendo al 4° posto nel mondiale costruttori.
Nel 1996 la McLaren sostituisce Mark Blundell con David Coulthard e riesce a migliorare i pessimi risultati dell'anno precedente con un risultato complessivo di 49 punti nel mondiale costruttori chiudendo al 4° posto.
Nel 1997 la McLaren cambia nome in West McLaren-Mercedes e compie il salto di qualità. Vince tre Gran Premi: quello d'Australia, d'Italia e d'Europa diventando la sorpresa del mondiale. Conclude la stagione ancora una volta al 4° posto nel mondiale costruttori con 63 punti. Con la fine di quest'anno si conclude anche l'epoca di crisi della Mclaren.
Nel 1998 la McLaren domina tutti. Vince 9 Gran Premi su 16 e conquista entrambi i titoli mondiali di cui quello piloti vinto da Mika Häkkinen con 100 punti e quello costruttori con 156 punti. Solo la Ferrari riesce a tener testa alle frecce d'argento, ma solo in alcune gare.
Nel 1999 la McLaren si riconferma campione del mondo piloti, ma non costruttori poiché vinto dalla Ferrari. Difatti la sfida con il cavallino rampante finisce in pareggio con Mika Häkkinen campione del mondo con soli 2 punti di vantaggio su Eddie Irvine e nel mondiale costruttori la Ferrari vince con 4 punti di vantaggio.
Nel 2000 la McLaren sfiora la vittoria di entrambi i titoli, ma comunque ha degli ottimi risultati e si dimostra altamente competitiva con 7 vittorie e 152 punti finali.
Nel 2001 la McLaren vince solo 4 Gran Premi su 17 a causa di problemi di affidabilità e nel mondiale costruttori non va oltre i 102 punti mentre Mika Häkkinen dà il suo addio al mondo della formula 1 chiudendo al 5° posto con 37 punti.
Nel 2002 la McLaren cambia i propri pneumatici passando dalla Bridgestone alla Michelin e ingaggia Kimi Räikkönen dalla Sauber come sostituto di Hakkinen, ma non va oltre il 3° posto finale nella classifica costruttori con soli 65 punti e 1 solo Gran Premio in bacheca quello di Monaco, vinto da Coulthard.
Nel 2003 la McLaren deve fare ancora i conti con i problemi di affidabilità che ne segnano la stagione. Raikkonen sfiora il titolo piloti, perso per soli 2 punti mentre il titolo costruttori viene perso per 16 punti con un totale di 142 punti.
Nel 2004 la McLaren entra in piena crisi a causa dei problemi di affidabilità e sprofonda in 5° posizione nel mondiale costruttori, superata dalle emergenti BAR, Renault e Williams quest'ultima anch'essa in piena crisi. Conclude il mondiale con 63 punti ed 1 sola vittoria: quella del Gran Premio del Belgio.
Nel 2005 la McLaren ingaggia Juan Pablo Montoya proveniente dalla Williams al posto di David Coulthard trasferitosi alla Red Bull. Durante la stagione la McLaren perde lo sponsor West, ma comunque riesce ad ottenere degli ottimi risultati. Chiude il mondiale con 10 Gran Premi vinti su 19 e 182 punti nel mondiale costruttori. Fino al 2005, i colori della McLaren seguivano quelli degli sponsor West, mentre attualmente il team mantiene il colore argento, ereditato dalla Mercedes-Benz.
Nel 2006 la McLaren cambia nome in Team McLaren Mercedes, ma la stagione è pressoché disastrosa. Non vince neanche una gara a causa dei problemi di affidabilità del motore Mercedes. Chiude al 3° posto con 110 punti. A fine stagione la Mclaren licenzierà entrambi i piloti per mettere sotto contratto Fernando Alonso come prima guida e Lewis Hamilton come seconda.
Nel 2007 la McLaren cambia nome in Vodafone McLaren Mercedes e cambia anche i pneumatici da Michelin a Bridgestone. La McLaren torna a essere competitiva anche grazie ai nuovi piloti, Fernando Alonso e Lewis Hamilton, riuscendo a vincere 8 Gran Premi su 17. Però durante la stagione si sviluppa una lotta interna tra Lewis e Fernando che ricorda il duello Prost-Senna e che porterà Alonso che si sentiva penalizzato rispetto all'inglese Hamilton a lasciare la squadra a fine stagione. Il team sfiora il successo, ma perde tutti i punti del titolo costruttori a causa della Spy-Story che la contrappone alla Ferrari, mentre il titolo piloti lo perde all'ultima gara dove Hamilton si fa beffare da Kimi Raikkonen che gli rimonta 7 punti e diventa campione del mondo con 1 solo punto di vantaggio sull'inglese.
Nel 2008 la McLaren rischia di subire di nuovo la beffa all'ultima gara, questa volta a opera dell'altro ferrarista Felipe Massa, Lewis Hamilton controlla la gara cercando solo il piazzamento necessario alla vittoria finale, ma negli ultimi giri la pioggia cambia le carte in tavola e Hamilton viene superato da Sebastian Vettel con la Toro Rosso, Massa vince la gara e sembra essere campione ma all'ultima curva Hamilton riesce a superare Timo Glock con la Toyota, che era in difficoltà con le gomme, e vince il mondiale per un punto su Massa. La McLaren conclude 2° nel mondiale costruttori con 151 punti.
Durante la stagione 2007 è finita sotto inchiesta da parte della FIA per alcuni disegni della monoposto F2007 della scuderia concorrente Ferrari (si parla di circa 780 pagine) rinvenuti a casa del suo capo-progettista Mike Coughlan. Il 26 luglio 2007 la scuderia Vodafone McLaren Mercedes è stata convocata nella sede di Parigi da parte della Federazione per chiarimenti a riguardo. Al termine del consiglio mondiale, la Federazione internazionale ha deciso di non infliggere alcuna penalità al team anglo-tedesco, pur avendo riconosciuto da parte sua l'infrazione dell'articolo 151c del Codice Sportivo Internazionale, in quanto le informazioni in loro possesso non sarebbero state usate. Di seguito la sentenza che ha fatto molto discutere
"Il Consiglio Mondiale ha trovato il Team Vodafone McLaren Mercedes in possesso di informazioni confidenziali della Ferrari e ha quindi violato l'articolo 151c del Codice Sportivo Internazionale. Comunque, le prove sono insufficienti per dire che tale informazione sia stata usata e in che modo al fine di interferire in maniera impropria con gli esiti del Mondiale di Formula Uno. Per questo non commineremo penalità.
Ma se in futuro rileveremo l'utilizzo delle informazioni Ferrari e la loro influenza sul campionato, ci riserviamo il diritto di invitare la McLaren di nuovo qui davanti al Consiglio Mondiale dove affronterà la possibilità di un'esclusione non solo dal Mondiale 2007 ma anche da quello 2008.
Il WMSC invita anche i signori Stepney e Coughlan ad esporre le ragioni per le quali non dovrebbero essere banditi dagli sport motoristici internazionali per un lungo periodo e il Consiglio ha delegato l'autorità di trattare l'assunto al dipartimento legale della FIA."
Successivamente, Max Mosley rinviò il caso alla Corte d'Appello Internazionale il 13 settembre di quell'anno, ma la Fia annullò la seduta convocando invece un nuovo Consiglio Mondiale in quello stesso giorno, a fronte di nuove prove venute in possesso della Federazione, in particolare costituite da e-mail che Fernando Alonso e Pedro de la Rosa si sono inviati in cui si parla del materiale Ferrari ottenuto da Coughlan.
L'8 settembre inoltre, durante le qualifiche del GP d'Italia, a Monza, vennero notificati a Ron Dennis e ad altri tre dirigenti del team altrettanti avvisi di garanzia su ordine della Procura di Modena che tuttora indaga sul caso.
Nella riunione del Consiglio Mondiale del 13 settembre 2007 la Fia decise di condannare la McLaren al pagamento di 100 milioni di dollari di ammenda, oltre a stabilire l'azzeramento dei punti nella classifica costruttori 2007. Nessuna penalità venne invece inflitta ai piloti Fernando Alonso e Lewis Hamilton poiché gli fu offerta l'immunità in cambio della collaborazione nelle indagini, e poterono quindi continuare a lottare per il titolo piloti.
Tuttavia nell'ultima gara stagionale, tenutasi il 21 ottobre 2007 ad Interlagos, in Brasile, nonostante i due piloti del team si trovassero nelle prime due posizioni nel mondiale è stato l'altro candidato al titolo, il finlandese della Ferrari Kimi Raikkonen, ad aggiudicarsi l'iride recuperando i 7 punti di svantaggio che lo dividevano da Hamilton, vittima di numerosi contrattempi meccanici, e a concludere il campionato con un punto di vantaggio sia su Alonso che su Hamilton, secondi a pari punti. A fine gran premio La McLaren ha esposto appello contro BMW e Williams, finite sotto inchiesta dopo la gara per temperature della benzina più basse del consentito e in seguito prosciolte dai commissari brasiliani. Ma il ricorso della scuderia anglo-tedesca è stato respinto il 16 novembre, sancendo definitivamente il titolo di Raikkonen e chiudendo la stagione 2007 della Formula 1.
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